La storia dell’App Titanic e di come NON centrò alcun iceberg

L’importanza della Manutenzione Proattiva

La storia dell’App Titanic e di come non centrò alcun iceberg

La manutenzione proattiva è per il software quello che un sistema di rilevamento degli iceberg avrebbe rappresentato per il Titanic.

Ma andiamo con ordine. Oltre 10 anni fa nascevano le prime app mobile, che grazie agli innumerevoli vantaggi che portano, si sono diffuse a macchia d’olio fino a superare i prodotti realizzati per il web per numero di utilizzatori. Un numero sempre maggiore di aziende ha sviluppato una o più applicazioni per le più diverse finalità e tale numero è destinato a continuare a crescere.

Come tutti i software in commercio, anche le app non fanno eccezione e hanno un andamento riassumibile in quattro fasi: introduzione, crescita, maturità e declino. Uno degli obiettivi di chi investe è allontanare la fase di declino del proprio prodotto.

Il ciclo di vita di un’applicazione mobile è però particolarmente breve. Come tutti i software costruiti sulla base di altri software (sistemi operativi, SDK, framework), l’app nasce in un ecosistema molto delicato, in cui il cambiamento di una sola parte può determinare ripercussioni su tutto l’insieme. Non ultimo, le app mobile risiedono su smartphone e tablet, dispositivi al centro di un incessante progresso tecnologico; anno dopo anno questo offre a chi sviluppa possibilità sempre crescenti in termini di capacità di calcolo, ergo nuove feature e tecnologie sempre più performanti.

Un mare pieno di iceberg

Vediamo allora come il Titanic della nostra app mobile potrebbe andare a sbattere contro l’iceberg senza un servizio di manutenzione proattiva; disegniamo un paio di scenari.

Supponiamo che abbiate sviluppato la vostra applicazione. E’ regolarmente sugli store, quando esce una nuova versione del sistema operativo iOS. Caso recente, nella release iOS 13, Apple ha deciso che le app devono supportare il nuovo Dark Mode (per ora in modo non obbligatorio, ma fortemente suggerito). Ahimè nel dizionario dell’azienda di Cupertino alla “R” non si trova la parola “Retrocompatibilità”, per cui la vostra app andrà sistemata (manutenuta, per dirla col linguaggio del software) per continuare a funzionare. A poco vale sapere che è uscita di fabbrica perfetta e crash free solo pochi mesi prima; smetterà di funzionare con buona pace dei soldi che avrete speso.

Ancora, supponiamo che abbiate un’applicazione di m-commerce presente negli store e la gran parte delle vostre entrate dipenda dagli acquisti online. Recentemente per tutte le app che girano su iOS è stato fissato il termine al 30 giugno per adeguarvi all’inserimento obbligatorio della funzionalità di Login con Apple. La vostra App chiaramente supporta da tempo i login con Facebook e Google, ma se non provvedete ad aggiornarla con il nuovo Login, rischia di sparire dagli store e con essa la parte di business che veicolava.

Il mare calmo della Manutenzione Proattiva

I due esempi possono far riflettere sulla necessità di essere informati sulle novità introdotte da sistemi di terze parti (e come avrete già intuito, di iOS su tutti). Essere informati significa riuscire a prevedere quando è il momento di fare manutenzione per evitare di dover affrontare il problema di aggiornamento nel momento in cui si palesa e le relative perdite di denaro.

Come vedere l’iceberg prima di averlo colpito?

Per le nostre app custom, noi di Metide proponiamo da sempre ai clienti il pacchetto “Manutenzione Proattiva”.
Per le app in manutenzione proattiva, Metide avvisa il cliente dei cambiamenti futuri non appena essi sono resi pubblici; noi siamo sempre informati per ovvie ragioni di presidio del mercato, mentre il nostro cliente giustamente pensa al suo business. Non appena è previsto un cambiamento in qualsiasi componente esterna coinvolta nello sviluppo della sua app, avvisiamo il cliente e programmiamo con lui gli interventi di manutenzione atti a garantire la continuità di funzionamento senza perdere neanche un secondo di prezioso business.

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